Il conflitto

La dimensione duale nella quale viviamo: giorno notte, chiaro scuro, caldo freddo, bene male, ecc… ci porta a separare ogni cosa in due. I giudizi, le possibilità di scelta, le decisioni ecc…
Il conflitto è sempre tra due vie, tra la scelta razionale e quella emotiva. Da bambini la nostra mente è un tutt’uno col nostro corpo e il nostro essere, fare e pensare sono una cosa sola, completamente in sincronia. Crescendo le due parti si separano lasciando spazio al senso critico e alla razionalità. Separandosi la nostra parte consapevole, o mente, o coscienza, genera una sorta di vocina interiore la quale se non ascoltata, per lasciare maggiore spazio alla razionalità, si fa sempre più flebile, arrivando ad essere a malapena percepita… tuttavia è lei la detentrice della chiave del nostro essere, che come il filo di Arianna, ci riporta all’unione tra mente e corpo.

I continui condizionamenti della vita, se non gestiti e messi in discussione, oltre a farci smarrire la nostra vera coscienza, rischiano di creare una mente frazionata, come se la nostra mente consapevole venisse separata in mille pezzi, con la conseguente riduzione della sua forza e lo spegnimento, a poco a poco, dell’unico filo che ci lega a noi stessi… la nostra voce interiore… timone della nostra vita e custode del nostro essere. Divenendo sordi nei nostri confronti perdiamo ciò che siamo veramente, ritrovandoci ad un certo punto a vivere una vita che non ci appartiene. Sia nel confronto con se stessi che nel confronto con gli altri, la soluzione non è mai determinare la ragione di uno piuttosto che dell’altro (così come accade in noi nel conflitto tra le nostre parti). Ogni parte in gioco ha ragione dal proprio punto di vista, porta con se motivazioni e valori validi per quella parte, perciò la soluzione non è mai prendere una via o l’altra. Se però si attua questo modello di scelta dualistica, per forza di cose si arriva a voler far valere la propria ragione. Il risultato di questa scelta ci porta alla errata convinzione che una parte ha ragione ed una torto, una vince ed una perde… Il risultato tuttavia non porta a buoni risultati, soprattutto a lungo termine. Chi perde, sia che sia una parte di noi sia che sia un interlocutore esterno, prima o poi, in qualche modo ce la farà pagare… La giusta soluzione sta nel “vincere” entrambi e per fare questo si deve trovare la terza via, ovvero l’elaborazione delle ragioni di entrambe le parti.
Nel confronto magicamente si trova la soluzione fuori dallo schema iniziale che accontenta tutte le parti in gioco. La terza via è sempre la soluzione migliore e l’unione delle due parti non porta più a 1 + 1 = 2 ma 1 + 1 = X ovvero una crescita esponenziale.

Il conflitto

La dimensione duale nella quale viviamo: giorno notte, chiaro scuro, caldo freddo, bene male, ecc… ci porta a separare ogni cosa in due. I giudizi, le possibilità di scelta, le decisioni ecc…
Il conflitto è sempre tra due vie, tra la scelta razionale e quella emotiva. Da bambini la nostra mente è un tutt’uno col nostro corpo e il nostro essere, fare e pensare sono una cosa sola, completamente in sincronia. Crescendo le due parti si separano lasciando spazio al senso critico e alla razionalità. Separandosi la nostra parte consapevole, o mente, o coscienza, genera una sorta di vocina interiore la quale se non ascoltata, per lasciare maggiore spazio alla razionalità, si fa sempre più flebile, arrivando ad essere a malapena percepita… tuttavia è lei la detentrice della chiave del nostro essere, che come il filo di Arianna, ci riporta all’unione tra mente e corpo.

I continui condizionamenti della vita, se non gestiti e messi in discussione, oltre a farci smarrire la nostra vera coscienza, rischiano di creare una mente frazionata, come se la nostra mente consapevole venisse separata in mille pezzi, con la conseguente riduzione della sua forza e lo spegnimento, a poco a poco, dell’unico filo che ci lega a noi stessi… la nostra voce interiore… timone della nostra vita e custode del nostro essere. Divenendo sordi nei nostri confronti perdiamo ciò che siamo veramente, ritrovandoci ad un certo punto a vivere una vita che non ci appartiene. Sia nel confronto con se stessi che nel confronto con gli altri, la soluzione non è mai determinare la ragione di uno piuttosto che dell’altro (così come accade in noi nel conflitto tra le nostre parti). Ogni parte in gioco ha ragione dal proprio punto di vista, porta con se motivazioni e valori validi per quella parte, perciò la soluzione non è mai prendere una via o l’altra. Se però si attua questo modello di scelta dualistica, per forza di cose si arriva a voler far valere la propria ragione. Il risultato di questa scelta ci porta alla errata convinzione che una parte ha ragione ed una torto, una vince ed una perde… Il risultato tuttavia non porta a buoni risultati, soprattutto a lungo termine. Chi perde, sia che sia una parte di noi sia che sia un interlocutore esterno, prima o poi, in qualche modo ce la farà pagare… La giusta soluzione sta nel “vincere” entrambi e per fare questo si deve trovare la terza via, ovvero l’elaborazione delle ragioni di entrambe le parti.
Nel confronto magicamente si trova la soluzione fuori dallo schema iniziale che accontenta tutte le parti in gioco. La terza via è sempre la soluzione migliore e l’unione delle due parti non porta più a 1 + 1 = 2 ma 1 + 1 = X ovvero una crescita esponenziale.